21 febbraio 2022
Sono ripide, lunghe e per percorrerle è richiesto sangue freddo, spirito d’avventura ma anche tanta esperienza e tecnica. Sono le piste da sci più rischiose e difficili al mondo, impressionanti per pendenza e allo stesso tempo capaci di solleticare la curiosità di sciatori impavidi che decidono di sfidarle. Ecco quali sono e dove si trovano.
Paesaggi mozzafiato, dossi, discese ripide e con muri di pendenza da record fino all’80%, lunghissime, terrificanti e spettacolari, piene di ostacoli per quei pochi sciatori esperti che decidono di percorrerle armati di coraggio, esperienza e una buone dose di spirito d’avventura. Sono le dieci piste da sci più pericolose del mondo, quelle che dall’Austria alla Francia, dal Canada agli Stati Uniti, attendono gli atleti più impavidi. Un brivido che solo i professionisti più esperti possono permettersi di vivere, con buona pace dei principianti, che dovranno accontentarsi di questa breve guida in attesa che arrivi il momento giusto.
È probabilmente la pista più spaventosa degli Stati Uniti, si trova nel comprensorio sciistico di Jackson Hole nel Wyoming sulle Montagne Rocciose e deve il nome a Barry Corbet, il maestro e alpinista che per primo la scoprì nel 1960.
“Prima o poi qualcuno scenderà da lì" disse profeticamente: sette anni dopo sarebbe toccato a Lonnie Ball. Lo stretto passaggio tra le pareti rocciose è inizialmente di 3 metri, per allargarsi e diventare di 6 man mano che si scende. La pendenza è tale che prima di arrivare allo strettissimo cunicolo lo sciatore non può che fare un vero e proprio salto nel vuoto di cinque o sei metri.
Al confine con la Francia, tra le stazioni di Champery e Avoriaz, si trova il cosiddetto "muro svizzero", la pista con la discesa più veloce al mondo. In cima, ad avvisare i più intrepidi della sua pericolosità ci pensa un cartello, cadere qui potrebbe essere fatale. Le condizioni atmosferiche sono spesso proibitive, senza considerare la presenza ininterrotta di dossi di neve disseminati sui primi mille metri. Lo sciatore ha solo due possibilità: passarci sopra rischiando di prendere troppa velocità o girarci attorno, impresa ardua e impegnativa visto l’energia e il tempo necessari per farlo.
Niente gatti delle nevi da queste parti, ma solo quei pochi sciatori che decidono di affrontarla. Alla pista di Grand Couloir in Francia ci si arriva dopo un viaggio in funivia e duecento metri di passeggiata. L'ingresso è largo solo qualche metro. Le condizioni climatiche possono variare da un tratto all’altro con estrema facilità. È la pista più ripida d’Europa.
Pendente, rocciosa e stretta: tanto basta per farci capire che ci troviamo davanti ad una delle piste da sci più pericolose al mondo. Qui è consigliabile, anzi obbligatorio, venirci in compagnia e ben equipaggiati: non solo attrezzature da valanga, che sono molto frequenti, ma anche dispositivi che potrebbero aiutare i soccorsi a localizzare lo sciatore.
A poche ore di auto da Vancouver, ci si arriva in funivia per poi scendere dritti proprio sotto l'impianto. Una cascata di neve con pendenze qua e là che offrono ai più spericolati l’opportunità di salti spettacolari.
Ogni anno a metà gennaio tutti i migliori sciatori si ritrovano qui per la Coppa del Mondo. È la più temuta, ammirata e spettacolare pista di discesa libera del mondo con curve, gobbe e cambi repentini di pendenza ideali per i salti. I punti più pericolosi sono:
Viene considerata da tutti la pista nera più lunga del mondo con i suoi 18 km di discesa partendo dal ghiacciaio omonimo che si raggiunge attraverso la teleferica del Pic Blanc (2700/ 3.330 m). La pista inizia a 3330 metri e incontra la Tunnel che scende verso l'Alpe d'Huez e torna alla partenza della teleferica. Dalla cima si può ammirare il panorama mozzafiato del Massiccio del Monte Bianco, ma anche quello del Parco nazionale des Écrins, del Monte Rosa e del Cervino.
Sotto il vuoto e ai lati pini e abeti che corrono parallelamente alla montagna. È la pista più paurosa del Colorado con discese così ripide da togliere il fiato, capaci di mettere a dura prova anche gli sciatori più esperti. L’assenza di manutenzione rende il tracciato una corsa a ostacoli puntellata da rocce appuntite nascoste dalla neve e alberi.
Siamo in territorio austriaco, vicino al confine italiano, ed è la pista più ripida d’Austria: in alcuni punti la pendenza raggiunge il 78%. Avventurarsi tra le sue pareti quasi verticali e spesso ghiacciate, può essere un vero e proprio suicidio come ricorda il nome particolarmente evocativo: l’harakiri è infatti l’antico rituale giapponese del suicidio praticato per espiare una colpa o per sfuggire ad una morte disonorevole.
Occupa un posto speciale nella top 10 delle piste da sci più pericolose del mondo anche una pista tutta italiana, la Saslong, nel cuore della Val Gardena. Realizzata nel 1970, presenta una serie di dossi conosciuti con l’appellativo di "gobbe di cammello". Passarci sopra permette di effettuare salti anche molto lunghi. A dicembre qui si svolge la gara di Coppa del mondo di discesa libera.