29 settembre 2022
Gli Azzurri hanno vinto 14 Ori nello Sci Alpino ai Giochi Olimpici Invernali da Garmisch-Partenkirchen 1936 a oggi. Riviviamoli tutti
L’atleta che sale sul gradino più alto del podio, quella medaglia così leggera e allo stesso tempo così pesante, un’intera nazione che festeggia, l’inno e la bandiera issata verso il cielo; tutto ciò rappresenta un insieme di istanti unici e irripetibili che rimarranno nella memoria e negli annali. Annali che gli atleti e le atlete della Nazionale Italiana di Sci Alpino hanno scritto e continueranno a scrivere a Milano Cortina 2026 grazie alle loro imprese, 14 volte medaglia d’oro nella storia delle Olimpiadi Invernali. Un arco di tempo lungo 66 anni che attraversa epoche e vede il mondo cambiare (anche quello dello sport). Uno spaccato di storia sportiva che vale la pena di essere ricordato.
Ripercorriamo assieme tutti gli Ori conquistati dalla Nazionale Italiana di Sci Alpino, da Oslo 1952 a Pyeonchang 2018.
Ci troviamo sulla pista di Norefjell ed è il 16 febbraio 1952, sabato per la precisione. I concorrenti sono 81 e tutti bramano il metallo più prezioso nella Discesa Libera. La giornata è mite e Zeno Colò non scalda più i cuori degli appassionati come una volta. Il treno per la medaglia sembra ormai passato e, dopo la delusione di St.Moritz 1948, non sembrano essere in molti a scommettere su di lui. I ben più giovani austriaci Schneider e Pravda sembrano avere una marcia in più. Quel giorno, invece, succede qualcosa di insperato: con un coraggio da leone, Zeno Colò si tuffa in una pista piena di insidie e quasi volando strappa un incredibile Oro Olimpico, il primo italiano nella storia dello Sci Alpino. Dopo quest’impresa si guadagnerà il nome di Falco di Oslo, oltre a un segno indelebile nella storia dello sport italiano.
In quella stessa Olimpiade, il 17 febbraio, Giuliana Minuzzo diviene la prima italiana a vincere una medaglia di bronzo nella Discesa Libera. È il 1952, Elisabetta II succede al padre Giorgio VI come sovrana del Regno Unito. In quell’anno Nilla Pizzi vince il Festival di Sanremo con Vola Colomba, mentre al cinema esce Singin’ in the Rain.
È il 10 febbraio e sul Monte Teine il tracciato è particolarmente ostico: 1.130 metri dove il primo tratto è durissimo e il secondo parecchio ammorbidito dal sole battente. Gustav Thoeni è certamente tra i favoriti data l’assenza del campione del mondo Karl Schranz. L’italiano è così concentrato sulla gara da aver saltato pure la Cerimonia d’Apertura per allenarsi: non è abituato alla neve dei monti di Sapporo, così vicina al mare, e a quel pendio che gli sembra la cima di un picco. Quel giorno alla fine della prima manche si trova in terza posizione, con il norvegese Erik Håker che guida la testa del gruppo. Håker, però, cade clamorosamente nella seconda e lascia spazio proprio a Thöni e allo svizzero Edmund Bruggmann, che ottiene il miglior tempo. Un successo vano per la pole position, data la decima posizione nella prima manche, e Thöni, dopo aver ottenuto il secondo miglior tempo, si ritrova in prima posizione nella classifica finale: è Oro! Dopo vent’anni da Zeno Colò il metallo più prezioso torna nelle mani della Nazionale Italiana di Sci Alpino.
A Sapporo 1972, 3 giorni dopo, Gustav si fregerà anche dell’argento nello Slalom Speciale posizionandosi davanti al cugino Roland. In quell’anno Pietro Mennea è primatista europeo dei 100 metri ed Eddy Merckx vince per la terza volta il Giro d’Italia.
Nel frattempo, Nicola Di Bari vince Sanremo con I giorni dell’arcobaleno, mentre al cinema Ultimo tango a Parigi.
Tanta neve in quel giorno del 14 febbraio 1976 ad Axamer Lizum. San Valentino e i cuori degli italiani battono per la Valanga Azzurra dello Slalom Speciale. Non parte proprio tutto bene, però: la nebbia infuria in modo anomalo e ai blocchi di partenza Pierino Gros non viene riconosciuto dalla sicurezza. Sarà la grande pressione, sarà il clima avverso, per Gros la prima manche non è indimenticabile e si posiziona in quinta posizione con grande ritardo dai primi (tra cui Gustav Thöni secondo). Nella seconda manche, tuttavia, si scioglie e la musica cambia: ribalta completamente il risultato e vince in maniera roboante dando 44 centesimi a un Thöni nonostante tutto sensazionale. Per l’Italia dello Sci Alpino è una magnifica doppietta destinata a rimanere nella storia dei Giochi Olimpici Invernali.
Ai Giochi Olimpici di Innsbruck 1976 merita una menzione onorevole l’argento di Claudia Giordani nello Slalom Speciale. È il 1976 è Adriano Panatta vince il Roland Garros. A Sanremo prima posizione per Peppino Di Capri con Non lo faccio più, al cinema Qualcuno volò sul nido del cuculo di Miloš Forman.
È il 17 febbraio del 1984, Paoletta Magoni non è tra le favorite per la Medaglia d’Oro avendo come miglior risultato un quinto posto in Coppa del Mondo. La durezza del Monte Igman non aiuta e anche le condizioni climatiche sembrano poco favorire una ragazza di 19 anni con scarsa esperienza. In prima manche, tuttavia, si rende protagonista di una grande prova posizionandosi in quarta posizione a soli 14 centesimi dalla francese Christelle Guignard. Questo risultato inaspettato dona una rinnovata luce di rivalsa negli occhi di Paoletta: nella seconda manche si lancia con estrema cattiveria agonistica e risulta la migliore in classifica surclassando clamorosamente la francese Perrine Pelen in seconda posizione, a ben 91 centesimi di distacco. Il nome di Magoni è nella leggenda della Valanga Rosa e in generale dello sport italiano essendo la prima Campionessa Olimpica della storia dello Sci Alpino Italiano.
È il 1984 e a Sanremo vincono con Ci sarà Al Bano e Romina Power, al cinema viene proiettato C’era una volta in America.
Calgary 1988, il mattatore dello slalom gigante di Sarajevo 1984, Max Julen, si è ritirato un anno fa e il grande favorito pare essere il connazionale svizzero Pirmin Zurbriggen. C’è, però, un astro nascente dello Sci Alpino che spaventa l’elvetico e il suo nome è Alberto Tomba, che contemporaneamente in Coppa del Mondo si batte proprio con Zurbriggen. A Calgary, Tomba arriva con motivazioni enormi per poter fare un’Olimpiade da sogno: in meno di un anno è diventato uno degli sportivi più amati e la rivalità sportiva con Zurbriggen è la scintilla per mostrare al mondo il proprio valore. È il 25 febbraio e sulle piste di Nakiska si disputano le gare di sci alpino. Nello Slalom Gigante, Tomba si rende protagonista di una prima manche stellare, staccando il rivale Zurbriggen di oltre un secondo. Un secondo di vantaggio che riesce a mantenere anche nella seconda manche, stravincendo l’Oro e facendolo sembrare una cosa semplice, esultando addirittura prima del traguardo. L’Italia è estasiata dal campione bolognese, ma non è finita qui. Tre giorni dopo, il 28 febbraio, c’è lo Slalom Speciale. Anche qui Tomba vuole primeggiare, ma sarà più dura. Complici le fatiche dei giorni precedenti nella prima manche arriva terzo, preceduto da Frank Wörndl (Germania) e Jonas Nilsson (Svezia). La seconda manche può ancora regalare sorprese e l’Italia lo sa. A Calgary sono circa le 14, mentre nello Stivale scoccano le 22 e nel frattempo c’è la finalissima di Sanremo. Fermi tutti, Tomba è in odore di medaglia e in quel momento gode di così tanta popolarità che la manifestazione musicale più amata dagli italiani si ferma per consentire a tutti di vedere la seconda manche dello Slalom Speciale. È la scelta azzeccata, il bolognese dà il meglio di sé e supera Wörndl di soli 6 centesimi. La stampa titolerà Tomba la Bomba dando inizio alla leggenda di un campione senza tempo.
È il 1988 e Nelson Mandela esce di prigione per la prima volta dal 1964. Il Sanremo interrotto se lo aggiudica Massimo Ranieri con Perdere l’amore. Al cinema il film L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci vince ben 9 Oscar.
Alle Olimpiadi Invernali del 1992 in Francia la seconda gara dello Sci Alpino è quella della Combinata Maschile, che viene disputata in due giorni. Su Josef Polig e Gianfranco Martin sono riposte le speranze Azzurre, ma gli avversari contro cui battersi sono più che degli “ossi duri”: si tratta di Marc Girardelli (Lussemburgo) con gli austriaci Günther Mader e Huber Strolz. Il 10 febbraio, però, l’inaspettata caduta di Mader e Girardelli apre la strada del podio a Polig, che comunque è ancora lontano dall’Oro. Il giorno dopo capitola Accola (Svizzera), primo nella manche precedente, e a pochi metri dal traguardo Huber Strolz: la rimonta clamorosa di Polig diventa realtà e con il primo tempo sbaraglia la concorrenza e si prende l’Oro davanti all’altro Azzurro Gianfranco Martin. Due italiani nei gradini più alti del podio, sarà la prima e unica volta nella storia della Combinata Alpina Italiana.
Passa una settimana, è il 18 febbraio e tutto il pubblico italiano aspetta con fermento il proprio idolo Alberto Tomba nello Slalom Gigante. Prima, alle ore 12.15, c’è la gara di SuperG dove quasi non ci sono dubbi sul fatto che Carole Merle farà gli onori di casa con un Oro. Ad insidiarla, però, una giovane italiana molto promettente che di nome fa Deborah Compagnoni, la quale aveva già dominato a Morzine tre settimane prima in Coppa del Mondo. Sulla Face du Bellevarde c’è un sole splendente e il tifo è tutto rivolto nei confronti di Merle. La francese fa un ottimo tempo e non disattende le aspettative. Deve fare i conti, tuttavia, con una Deborah Compagnoni scatenata che con forza prorompente si prende la vetta del podio dando quasi un secondo e mezzo di distacco all’avversaria. È l’inizio della leggenda. Il pubblico scopre il grande amore per Deborah, che quasi non festeggia perché il giorno dopo ha un’altra grande occasione di medaglia nello Slalom Gigante. Sfortuna vuole che, la mattina seguente in gara, dopo la settima porta Deborah scivoli spostando tutto il peso sulla gamba sinistra: è rottura del crociato e le sue urla spezzano il cuore di tutti gli italiani. La vittoria del SuperG sembra già così lontana, ma questo è solo l’inizio di una delle storie più belle che lo sport invernale abbia potuto regalare: la storia di Deborah Compagnoni.
Il 18 febbraio, come sopracitato, è anche il giorno di Tomba la Bomba, ormai idolo assoluto degli italiani e detentore uscente del titolo Olimpico nello Slalom Gigante a Calgary 1988. In gara ci sono, tra gli altri, l’esperto lussemburghese Marc Girardelli e il norvegese debuttante Kjetil André Aamodt. Il percorso di Tomba è regolare che più non si può: vince la prima manche e pure la seconda, lasciando le briciole agli altri atleti in gara. È il terzo Oro per lui alle Olimpiadi Invernali. Una leggenda vivente che vincerà ancora tante altre medaglie fino ai Mondiali di Sestriere del 1997.
Un'Olimpiade invernale storica quella di Albertville 1992, con il record italiano di Medaglie d’Oro nello Sci Alpino in un’unica edizione (3). È l’anno 1992, a Sanremo vince Luca Barbarossa con Portami a ballare, al cinema Le Iene.
Il 24 febbraio del 1994 è un giorno speciale per Deborah Compagnoni e per tutta l’Italia che ama lo sport. Ancora risuonano, in modo agrodolce, nelle orecchie degli appassionati le urla di gioia e poi di dolore di Albertville 1992. Da quel brutto giorno Deborah ha recuperato e sulla pista di Hafjell è l’ora della rivalsa. Nella prima manche della finale dello Slalom Gigante, con tutta la cattiveria agonistica che ha in corpo, supera di quasi un secondo Martina Ertl (Germania). Nella seconda riesce a fare meglio, staccando la stessa tedesca di 1 secondo e 22 centesimi. Quest’Oro e il fatto di essere Portabandiera della spedizione azzurra, la ergono ancora a Regina dello Sci Alpino.
Nel 1994 Frank Sinistra si esibisce per l’ultima volta dal vivo davanti a 100.000 persone a Tokyo. Vince Sanremo Aleandro Baldi con Passerà, sul grande schermo Forrest Gump.
Deborah Compagnoni ha 28 anni e ormai una grandissima esperienza internazionale quando arriva alle Olimpiadi Invernali di Nagano 1998. Nello Slalom Gigante ha poche rivali dopo la vittoria ai Mondiali in Sierra Nevada 1996 e Sestriere 1997. Il 20 febbraio 1998 parte con il chiaro obiettivo di fare tris di Ori Olimpici. Ancora una volta la sua avversaria più accreditata è la tedesca Martina Ertl. Sulla pista di Shigakōgen prende il largo in maniera impressionante: nella prima manche un secondo di distacco dalla francese Lefranc-Duvillard, che nella seconda diventano quasi due. Con quest’Oro diviene la prima atleta di sempre nello Sci Alpino a vincere tre volte in tre Olimpiadi Invernali consecutive. Sarà l’ultima Olimpiade Invernale per la Regina dello Sci Alpino Italiano, in cui si porterà a casa anche uno straordinario secondo posto nel Super G.
Nel 1998 nasce Google, mentre debutta nelle sale Salvate il soldato Ryan e Sanremo viene vinto da Annalisa Minetti con Senza te o con te.
È la domenica del 17 febbraio 2002 quando sulla pista Wildflower di Snowbasin si disputa il Super G femminile. Grande favorita la giovanissima croata Janica Kostelić, capace – in quell’edizione - di fare incetta di medaglie in ogni gara in cui è presente. Tra le italiane, Daniela Ceccarelli e Karen Putzer. Per Daniela Ceccarelli è oro, Janica Kostelic è argento, per Karen Putzer è bronzo. Un risultato straordinario per Daniela, una vittoria di valore immenso.
È il 2002 ed entra in circolazione l’euro. A Sanremo trionfano i Matia Bazar con Messaggio d’amore, mentre al cinema esce Spiderman.
È il 2010 e a Vancouver si disputano i XXI Giochi Olimpici Invernali. L’Olimpiade Invernale di Torino 2006, pur discreta come numero di medaglie ottenute, non ha regalato gioie nello Sci Alpino. L’ultima rimane quella di Daniela Ceccarelli a Salt Lake City 2002. Nello Slalom Speciale maschile sono in tanti ad ambire alla medaglia più preziosa: l’esperto Ivica Kostelić (Croazia) e il giovanissimo Marcel Hirscher (Austria) su tutti. Per l’Italia ci sono Giuliano Razzoli e Manfred Moelgg a sperare. In particolare, il primo aveva ottenuto un importantissimo successo in Coppa del Mondo a Zagabria un mese prima proprio davanti a Mölgg, apprestandosi così ad impensierire i favoritissimi. Il 27 febbraio, a Whistler, compie una favolosa prima manche con una pole position in cui stacca di quasi 50 centesimi lo sloveno Mitja Valenčič. Nella seconda manche, complici i grandi sforzi della prima, non si ripete agli stessi livelli, ma le prove opache di Kostelić e Valenčič fanno si che riesca nell’impresa del primo posto. Ventidue anni dopo Tomba un altro bolognese torna all’Oro nello Slalom Speciale.
Nel 2010 Francesca Schiavone vince il Roland Garros. A Sanremo vince il brano Per tutte le volte che… di Valerio Scanu, al cinema Shutter Island.
Sul Monte Gariwang, precisamente nei pressi dell’Arena Alpina di Jeongseon, è il 21 febbraio 2018 e sono le ore 11 (in Italia è notte fonda). In questo momento si sta svolgendo la gara di Discesa Libera dello Sci Alpino e Sofia Goggia ha una gran voglia di rivincita. Per Vancouver 2010 era poco più che una bambina e a Sochi 2014, a causa del maledetto infortunio al legamento crociato anteriore, non aveva potuto partecipare. A livello Mondiale ha già dimostrato il suo valore con le vittorie in Coppa del Mondo e il bronzo nello Slalom Gigante a Sankt Moritz nel 2017; Pyeongchang è grande attesa. Tornando alla gara, Sofia ha come avversaria più accreditata la leggenda mondiale dello Sci Alpino Lindsey Vonn (USA). Un duello che si consuma in pochi minuti: prima scende l’Azzurra piazzandosi al comando, poi la Vonn che rimane indietro di ben 47 centesimi. Tra la due si inserisce la norvegese Ragnhild Mowinckel, che si piazza a soli 9 centesimi da Sofia. Nessuno la raggiungerà più: la bergamasca è nella storia ed è l’unica Azzurra campionessa nella Discesa Libera, 66 anni dopo il successo di Zeno Colò. Un cerchio che si chiude (e speriamo venga presto riaperto).
È il 2018, Sanremo lo vincono Ermal Meta e Fabrizio Moro con Non mi avete fatto niente, sul grande schermo Green Book.